Anche Marino spini, in un suo brano narra di leggende come quelle raccolte nel libro "Su per la Valle, alla ricerca di antiche leggende".
Le prime ombre della sera stavano risalendo, ad ampie falcate, gli scoscesi fianchi della stretta vallata e Alfonso, vinto da un torpore subitaneo, si lasciò cadere sulla panca poggiandosi alla vecchia scala a pioli. Fissando con occhi vitrei un punto lontano, dopo un profondo sospiro, iniziò a raccontare “Certo, è difficile da credere, mia cara Anselmina, ma ti giuro sul mio onore che è tutto vero. Io non ho visto, ma so per certo che in talune sere d’autunno, lungo la val Fabìolo (1) gli spiriti si davano convegno per suonare i zampugnìi (2) per poi vagare in processione sui sentieri della valle con una miriade di lumini accesi, tormentando e spaventando gli ignari vian- danti. Addirittura, nella casa dell’Ernestina, alla Motta (3), gli spiriti si divertivano a cambiar posto agli utensili, facevano sparire la roba, mettevano tutto sottosopra, robe da lasciare senza fiato!”. “Ma nonno, cosa dici, hai proprio una fantasia senza fondo!” osò interloquire Anselmina “Che storie son...” “Eppure un bel giorno, Don Teodoro giunse a benedire la casa della povera Ernestina e da allora gli spiriti, ancora più inquieti e dispettosi, presero a radunarsi tra le rocce dei boschi e sulle rive del torrente. Nelle notti di luna piena, tutta la valle era percorsa dalle grida di una vecchia strega che si divertiva a spaventare le povere vedove e le giovani donzelle. Una mattina anche il reverendo curato Don Ignazio è stato seguito da una capra sin sulla porta della chiesa. Sedutosi a riposare un attimo sul muricciolo del sagrato, il prete continuava a sentire un belato straziante, ma della capra non si vide più nemmeno l’ombra!”.
“Questa poi...” sentenziò Anselmina. “Anche le pie donne che si recavano a messa prima, si misero a cercare, cercarono ovunque, ma non trovarono più nulla. Davvero un gran brutto mistero!”. Dando una fuggevole, malinconica occhiata alle ombre sempre più cupe della sera, Alfonso riprese “Anche mia moglie Antonietta, santa donna! Che Dio l’abbia in gloria!, rientrando dal piano, dove s’era recata per sbrigare alcune faccende, sentì un lugubre scampanellio e... la presi fra le braccia ch’ era matta dalla paura! Come se non bastasse, una mattina di buonora, accanto ad un giseul (4) vide un basalèsk (5) con zampe di rospo e una boccaccia da far venire i brividi! Una paura, una paura d’inferno!” “Addirittura, nonno...” interruppe Anselmina. “Lo so, lo so, di questi tempi è difficile credere a queste cose, per voi giovani poi, siete diffidenti, superficiali, date credito solo a ciò che vedete con i vostri occhi... Eppure, un altro parroco, non ricordo il suo nome, salì armato d’incenso e acquasanta, ma quando giunse a Campo (6) era senza voce, e la voce non gli è più tornata! Addirittura...” D’improvviso il vecchio si accasciò sul giaciglio di foglie di granturco addormentandosi di colpo.
Anselmina poggiò una mano sulla fronte del nonno ma un brivido di paura la fece sobbalzare. Dal cupo fondovalle, appena rischiarato dal velato chiarore della luna piena adagiata sulle rocce, le parve di udire il tintinnio di campanelli, una fuga di strani lamenti... Decisa a non lasciarsi sopraffare dalla paura, Anselmina rimase a vegliare a lungo accostandosi, di tanto in tanto, ad ascoltare il calmo, sereno respiro del nonno.
(1) Valle sovrastante la località Sirta
(2) Piccoli campanacci per le capre
(3) Contrada della val Fabìolo
(4) Piccola cappella
(5) Grosso serpente
(6) Frazione di Tartano
L'autore
Marino Spini
É nato a Tartano nel 1962, risiede a Pilasco di Ardenno. Nel 2004 ha pubblicato, con l’amico Riccardo Salini il libretto “Poesie”. Nella primavera 2010 è uscita, a cura della casa editrice Albatros di Roma la silloge “Il soffio del silenzio”. Sue poesie sono entrate nelle raccolte “Melodia montana”, “ Le montagne in poesia e narrativa”, “I silenzi della montagna e le voci del mare” e “Piccolo mondo...antico, presente e futuro della Valtellina, della Valchiavenna e del Canton Grigioni”. Per due anni ha fatto parte del gruppo “Oltre la siepe” ideato e coordinato dalla poetessa Patrizia Migliorini. Suoi autori preferiti sono Ungaretti, Quasimodo, Pavese, Saba, Hesse, Neruda, Lorca e Rilke.
Tratto da: AA.VV., Ricordi, tradizioni e valori della gente di montagna della Valtellina e della Valchiavenna, Circolo culturale filatelico numismatico morbegnese, Bettini, Sondrio, 2010.