Alta e dominante alle spalle dell'abitato di Sirta il "roccione" della Caurga da tempo è diventato meta di appassionati della scalata.
Grazie a contributi diversi in questo articolo ne viene data una breve presentazione dal punto di vista descrittivo.
Per la descrizione dettagliata delle vie rimandiamo ai due link qui sotto:
La Caurga - Versante Ovest La Caurga - Versante Nord
Introduzione
Il paese di Sirta è dominato da una grande parete di roccia verticale, nota come la Caurga. Localmente chiamata "sass ferin", la roccia della Caurga è uno gneiss compatto che consente un'arrampicata di elevati contenuti tecnici.
Roccia eccellente, appigli netti e ruvidi, fessurine sinuose e diedri, anche di notevoli dimensioni, uniti ad una verticalità quasi assoluta, fanno di questa falesia uno dei centri dell'arrampicata valtellinese. Grandi castagni ombreggiano la parte bassa del muro roccioso e, spesso, una fresca brezza scende dalla Val Fabiolo per ristorare i climber "cotti" dal sole cocente che da primavera all'autunno inonda la parete.
Chi avrebbe detto che questo roccione, guardato e visto solo come fonte di potenziale pericolo da cui difendersi un giorno sarebbe diventato un polo d’attrazione per alpinisti ed escursionisti?
Pochi ci avrebbero creduto. Infatti per molti anni si è lavorato esclusivamente, con gli Enti preposti, sulla tematica della sicurezza mediante indagini geologiche, progettazioni e poi opere di consolidamento e di protezione al fine di prevenire probabili smottamenti e frane.
Nonostante queste opere, chi percorre ancora oggi, l'antica mulattiera che partendo proprio ai piedi della “Caürga” sale tortuosamente fino a Lavisolo, è intimorito da questa enorme parete che si eleva al cielo verticalmente e che nella sua grande maestosità incute dall'alto paura e disagio. Ma siccome gli abitanti del posto devono comunque convivere con essa, l'Amministrazione Comunale ha pensato bene di puntare sull'iniziativa di svilupparne i lati positivi, recuperando così questo territorio perso.
Paura e timore sono diventate quindi emozioni non da subire ma da combattere e superare, in una sfida verticale tra uomo e gravità: e quale campo migliore per il match se non quello della parete strapiombante della Caurga!
Buona scalata a tutti, raccomandando sempre che la sfida con la natura deve essere sempre e comunque affrontata in sicurezza!
Un po' di storia
Anni fa, scrivevo su una guida arrampicatoria che Sirta è «un angolo d'Inghilterra in Valtellina». Erano i tempi in cui spesso ci si rifaceva all’arrampicata anglosassone e mi sembrava d’intravedere che somiglianza fra il «nostro» muro rossastro e certe falesie d’oltre manica, Non sono mai riuscito a sapere se quel paragone sia realmente esatto tuttavia anche oggi esso mi sembra valido. Anche se la qualità dello splendido gneiss della Sirta non ha uguali in alcun luogo al mondo. e tantomeno in Inghilterra, una cosa, senza dubbio, richiama certe atmosfere di quella nazione: la grande tranquillità che regna nel luogo, il gentile inserimento della parete tra i castagneti e il paese con la chiesa dalla cupola più grande della Valtellina.
La parete è rimasta inscalata per molti anni, nonostante i numerosi tentativi dei migliori alpinisti valtellinesi: la roccia compatta e verticale poco si adattava ai teneri chiodi e agli scarponi rigidi. Solo nel 1976 Enrico Arrigoni e il fratello, riuscivano ad aver ragione di essa aprendo la prima e più logica linea di salita che poi prese il nome di C.L..
La salita fu condotta a forza di chiodi e staffe, sfruttando anche qualche vecchio e arrugginito ancoraggio dei tentativi precedenti. Si era però nel pieno della nascita di una nuova etica arrampicatoria che vedeva la scalata come un gioco fine a se stesso, senza eroi ed eroismi. La nuova etica prevedeva che si dovesse salire solo avvalendosi delle mani, dei piedi e delle asperità rocciose; non si potevano usare i chiodi per «tirarsi su». Scoprimmo così che la parete della Sirta era uno dei luoghi più belli per applicare le etiche del nuovo gioco.
Appigli netti e ruvidissimi, fessure, strapiombi ben appigliati erano il terreno adatto per il Free Climbing. Molte vie furono aperte dopo C.L. ma in genere tutte erano malamente protette; pochi chiodi fissi, nuts mal messi, soste a volte precarie anche su difficoltà rilevanti. Per questo motivo, benchè unanimemente riconosciuta come una bella struttura, la Sirta veniva frequentata da pochi aficionados e dai conoscitori: presso gli altri essa aveva fama di terribilità.
Grazie alla lungimiranza di amministratori e appassionati già da anni la Caurga è stata attrezzata adeguatamente in quasi tutte le sue vie, rendendo questa meravigliosa parete sicura e appetibile per tutti. Oggi la vecchia C.L. rimane una via tra le più belle, ma quasi scompare fra le tante altre di uguale bellezza che la circondano; oggi il gioco si è fatto più bello e ancora più sicuro e la Caurga di Sirta conosce sempre nuovi splendori.
G. Miotti
Bibliografia
R. Spini, Sirta, roccione "Caurga": una palestra di roccia, in Alpesagia n 9/1990
Sito web http://www.falesia.it/Falesie/sop=viewarticle/artid=634/falesia=Sirta.html
G. Miotti, De Sirta, nell'opuscolo dedicato all'inaugurazione della palestra di roccia "Caurga".